Jelling, un sesto libro?, Giringirando in rete ecco cosa ho trovato...

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Grea[t]!
view post Posted on 8/12/2009, 12:09




Anche se c'è una cosa che non mi torna...
Ve la spiegherò domani, quando avrò davanti il libro (Il cane che parla, n.d.r.), al momento tra le mani di un bolscevico che lo sta leggendo.

Ecco il mio dubbio - spunto.
Nella prima pagine del romanzo c'è l'intestazione Romanzi Della Palma, il titolo, e una breve nota che con molta probabilità credo sia dell'editore Mondadori. La riporto:

"Ancora una volta, e non sarà, per fortuna, l'ultima, il timido e geniale Arturo Jelling ci conduce passo passo attraverso un'avventura <<irresistibile>> facendola gustare e vivere come la gusta lui: con decisione, con passione, con tremore e... con perfetta educazione. Ma, questa volta, il solo essere sorprendente del racconto non è l'impagabile Jelling: ce n'è un altro, più sorprendente e più insolito di lui: Pàin, un cane, un cane che parla o, almeno, al quale per parlare non manca che la parola. Ma essere troppo intelligente, a questo modo, è un grave pericolo per gli uomini e per gli animali..."

Ecco che leggendo l'incipit ho pensato che questo fosse il penultimo della serie Jelling e che magari Scerba avesse fatto pubblicare dopo l'Antro dei filosofi. Ma, come ho già scritto sopra, giro pagina e vedo che l'antro è il numero 156 dei romanzi Della Palma (Il cane che parla è il n° 172), quindi Il cane è realmente l'ultimo capitolo Jellinghiano.
Ma allora perchè quella frase dell'editore? Quel "e non sarà, per fortuna, l'ultima"? Può darsi che Scerbanenco avesse in mente di continuare la saga, ma perchè dire in quel modo, come se quel per fortuna dicesse "tranquilli, tanto Jelling torna presto, state certi". D'altra parte non credo che, su ogni libro editato, l'editore si mette a scrivere che quello non è l'ultimo romanzo dello scrittore sulla serie. O sto prendendo lucciole per lanterne?
Sarà anche un dubbio da due soldi, ma Scerbanenco Scrive va fino in fondo in tutte le cose.

Prima di chiudere una nota, che se mancasse, susciterebbe il giusto rimbrotto di tommaso berra.
Notate l'italianizzazione del nome di Jelling, da Arthur nei primi tre episodi all'Arturo degli ultimi due episodi (anche l'Antro cita Arturo).
Su motivo di ciò occorre anche qui indagare.

Quasi, quasi chiamo il capitano Sunder e mi faccio passare l'archivio...

Edited by Grea[t]! - 8/12/2009, 12:27
 
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tommaso berra
view post Posted on 8/12/2009, 12:11




l'interrogativo che si pone scerbancredi è direi inquietante. il suo ragionamento non fa una piega. ma mi chiedo, e chiedo soprattutto a scerbancredi: non sono state pubblicate postume delle trame di jelling? o confondo con duca lamberti? e poi: c'è l'ipotesi del sesto jelling avanzata da orrest a proposito di "si vive bene in due". noi tendiamo ad escludere che questo romanzo abbia per protagonista jelling. ma ripeto un concetto sul quale non ho avuto risposta: l'uomo raffigurato nella copertina di "si vive bene in due" è alto e dinoccolato come jelling. ha però i capelli neri ed io ho l'immagine di uno jelling biondo o rosso, ma forse sbaglio, forse scerbanenco non ci ha mai detto quale sia il colore dei capelli di arturo. se così fosse, se cioè jelling fosse scuro di capelli, quella copertina potrebbe essere un indizio che "si vive bene in due" appartiene al ciclo jelling, come ha ipotizzato orrest sulla base di una sua lettura. già, ma che ci fa il timidissimo jelling con due maliarde di cui una sdraiata su una scrivania? possibile risposta: una botta di vita. del resto il timido e gentile arturo non ha già subito il fascino di lila leland ne "la bambola cieca"? arturo, artruro, che cosa ci combini?
 
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Grea[t]!
view post Posted on 8/12/2009, 12:30




Gli ultimi due messaggi appartengono alla discussione sulla copertina de Il cane che parla. Sono stati riproposti qui per continuare la discussione sul sesto Jelling che è molto ben avviata.

Per il sesto Jelling continuiamo qui e solo qui.
 
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orrest
view post Posted on 8/12/2009, 17:05




CITAZIONE (tommaso berra @ 8/12/2009, 12:11)
l'interrogativo che si pone scerbancredi è direi inquietante. il suo ragionamento non fa una piega. ma mi chiedo, e chiedo soprattutto a scerbancredi: non sono state pubblicate postume delle trame di jelling? o confondo con duca lamberti? e poi: c'è l'ipotesi del sesto jelling avanzata da orrest a proposito di "si vive bene in due". noi tendiamo ad escludere che questo romanzo abbia per protagonista jelling. ma ripeto un concetto sul quale non ho avuto risposta: l'uomo raffigurato nella copertina di "si vive bene in due" è alto e dinoccolato come jelling. ha però i capelli neri ed io ho l'immagine di uno jelling biondo o rosso, ma forse sbaglio, forse scerbanenco non ci ha mai detto quale sia il colore dei capelli di arturo. se così fosse, se cioè jelling fosse scuro di capelli, quella copertina potrebbe essere un indizio che "si vive bene in due" appartiene al ciclo jelling, come ha ipotizzato orrest sulla base di una sua lettura. già, ma che ci fa il timidissimo jelling con due maliarde di cui una sdraiata su una scrivania? possibile risposta: una botta di vita. del resto il timido e gentile arturo non ha già subito il fascino di lila leland ne "la bambola cieca"? arturo, artruro, che cosa ci combini?

Effettivamente quella nota dell'autore, riportata da scerbancredi del "cane che parla" qualcosa fa pensare, primo perchè editori che scrivono di un loro autore scrivendo "per fortuna" dai miei pochi libri letti non l'ho mai visto, due perchè quello che ho pescato in rete, circa un sesto Jelling, qualcosa potrebbe indurci a indagare, tre perchè c'è uno Jelling ancora non maturo, completamente, nell'antro dei filosofi, un personaggio che ancora a mio parere deve e vuole maturare. Uno Jelling che sembra fare un passo indietro rispetto a "Nessuno è colpevole". Insomma, tre indizi fanno una prova o sbaglio?
 
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tommaso berra
view post Posted on 8/12/2009, 19:16




interessante quel che dici, orrest, ma fammi capire meglio di questo jelling non maturo che nell'"antro dei filosofi" fa un passo indietro rispetto a "nessuno è colpevole". se vuoi puoi rispondere in altro luogo, dando inizio alla discussione sull'"antro" di cui parlavi, fai pure. vedi tu.
 
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orrest
view post Posted on 8/12/2009, 20:32




Ci sto pensando da qualche giorno e ancora mi voglio prendere un pò di tempo, nessun problema, solo problemi logistici di riuscire a mettermi un'oretta fermo al pc per poter scrivere qualcosa di sensato. Comunque sia sensazioni, piccoli indizi direbbe Jelling che di Jelling mi fanno pensare ad un personaggio diverso, probabilmente influenzato da Scerba e dal suo esilio svizzero, dal suo essere privo dei legacci del regime però meno baldanzoso di "nessuno è colpevole", in quello avevo letto un Arthur ormai maturo, sulla strada del "successo poliziesco". Qui invece fa un passo indietro, sembra regredire, spunta fuori di nuovo quella timidezza che in qualche modo lo ostacola nelle sue indagini sebbene gli sia spesso d'aiuto. Matchy scompare....dov'è? e Tommaso Berra che fine fa?

Ritengo che tutte queste cose siano frutto del periodo storico in cui questi romanzi vengono editi, no problem scriverò un intervento apposito sull'antro dei filosofi nella sezione dedicata al ciclo di Jelling, però volevo iniziare, con voi, una discussione circa un cambiamento sia nel modo di scrivere che nella descrizione di personaggi e loro peculiarità che gia avevano raggiunto....così di getto anche lo stesso Sunder muta; è meno cattivo, è più sicuro però di Jelling e delle sue capacità, contraddizioni....diverse. Da investigare.
 
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tommaso berra
view post Posted on 8/12/2009, 21:14




è proprio vero quel che scrive orrest. dall'"antro dei filosofi" scompaiono tommaso berra e matchy. la seconda scomparsa contribuisce a rendere più cupo questo romanzo (matchy è fondamentalmente un personaggio umoristico) che a mio avviso (ma non ho letto "il cane che parla") è il più cupo del ciclo jelling, anche e soprattutto a causa dell'ambientazione, avendo scerbanenco lasciato le lussuose dimore dell'alta borghesia bostoniana per trasferirsi in una squallida e degradata periferia della città del massachusetts. come se scerbanenco avesse voluto fare le prove dello scerbanenco prossimo venturo, poeta della periferia milanese già prima del ciclo duca lamberti. su sunder non sono d'accordo. io non lo vedo come un cattivo, ma come un burbero benefico. un can che abbaia ma non morde. a suo modo è anche lui un personaggio umoristico. attenzione infine all'esilio svizzero: abbiamo appurato che è successivo a jelling, quindi non può aver influenzato nessuno dei cinque romanzi di quel ciclo. (o sei?)...
 
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L'ora d'oro
view post Posted on 11/12/2009, 11:03




Cari Amici di Scerbanenco,
credo che la migliore bibliografia di Scerbanenco (almeno fino a quel momento) sia quella stesa da lui stesso (in data 10 dicembre 1943):

1. Gli uomini in grigio 1935
2. Il terzo amore 1936
3. Sei giorni di preavviso 1939
4. Nessuno è colpevole 1940
5. La bambola cieca 1940
6. L’antro dei filosofi 1941
7. Il paese senza cielo 1941
8. Il cane che parla 1941
9. Gli uomini delle stelle 1941
10. Cinque in bicicletta 1943
11. Fine del mondo 1942
12. Infedeli innamorati 1942
13. Cinema fra le donne 1942
14. Si vive bene in due 1942
15. La notte è buia

A questi si aggiungono due romanzi all'epoca inediti (reperibili?):
16. L’isola degli idealisti 1943
17. Viaggio in Persia 1943

Un caro saluto!
AP
 
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tommaso berra
view post Posted on 11/12/2009, 11:24




d'accordo, grazie all'ora d'oro. questa è la bibliografia diciamo così personale, nel senso che scerba scrisse "sei giorni di preavviso" nel '39 ma lo pubblicò nel '40. e così per altri romanzi in cui si rileva uno scarto di un anno rispetto alla data di pubblicazione. quel che dobbiamo risolvere è però il problema della eventuale appartenenza o meno di "si vive bene in due" al ciclo di jelling, sulla base della fonte citata da orrest ad inizio discussione.
 
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Grea[t]!
view post Posted on 11/12/2009, 12:09




CITAZIONE (tommaso berra @ 11/12/2009, 11:24)
d'accordo, grazie all'ora d'oro. questa è la bibliografia diciamo così personale, nel senso che scerba scrisse "sei giorni di preavviso" nel '39 ma lo pubblicò nel '40. e così per altri romanzi in cui si rileva uno scarto di un anno rispetto alla data di pubblicazione. quel che dobbiamo risolvere è però il problema della eventuale appartenenza o meno di "si vive bene in due" al ciclo di jelling, sulla base della fonte citata da orrest ad inizio discussione.

Perfetto. :)
 
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orrest
view post Posted on 11/12/2009, 16:50




esatto il dubbio ancora ci perseguita...riguardo a "si vive bene in due"...spero presto di poterlo avere nella mia personale libreria in maniera da svelare il mistero.
Interessante sarebbe anche sapere se quei due libri citati da l'ora d'oro siano reperinili o meno.
 
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orrest
view post Posted on 14/1/2010, 19:50




Come scrivevo nella discussione su L'antro dei filosofi guardando la copertina della prima edizione ho avuto una folgorazione, sia per la sua bellezza sia perchè questa mi ha fatto nascere una suggestione che vorrei sottoporvi. Il motivo lo conoscete, tutto parte da un articolo dove leggo di un sesto jelling, ecco le due copertine "incriminate" entrambe della collana i romanzi della palma.


image



image





Non vi sembra che l'uomo di spalle nella prima copertina, quello sulla destra sia Jelling?
E non vi sembra che l'uomo in poltrona nella seconda copertina gli somigli molto?

Davvero è una mia suggestione? il tarlo mi perseguita...
 
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Grea[t]!
view post Posted on 14/1/2010, 20:02




Bellissima la copertina dell'antro. Bella anche la rappresentazione di Leslie Steve a margine di quel fiume tanto significativo.
I due personaggi si assomigliano, anche se l'uomo dell'antro parrebbe essere più maturo rispetto all'uomo della poltrona, ragazzo benestante sulla trentina.
In ogni caso l'unica cosa certa è questa: nell'antro sulla destra c'è Jelling, indiscutibilmente. E' lui che chiede all'agente Faber di far luce con la torcia verso l'acqua del fiume.
Il mistero sul sesto Jelling rimane.
 
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Grea[t]!
view post Posted on 23/1/2010, 18:36




Ho appena finito la lettura di Uccidere per amore, raccolta Sellerio di 20 racconti di Scerbanenco pubblicati intorno ai primi anni 50.
Entusiasta del libro, ESTASIATO dalla nota finale di Roberto Pirani, il quale cura magistralmente le edizioni Sellerio: attenzione ai dettagli, approfondimenti, aneddoti, riflessioni tutte accompagnate da competenza e bravura immensa. Non c'è niente da fare, quando si ha a che fare con letterati e studiosi scerbanenchiani di tale calibro (e metto fra questi anche L'ora d'oro e Cecilia Scerbanenco senza - credetemi - voler fare alcuna captatio benevolentiae) non si può far altro che levarsi il cappello, sedersi, e leggere o ascoltare quello che hanno da dirci.

Lette le prime righe di Pirani sono rimasto con gli occhi spalancati e un sottile senso di felice speranza mi ha attraversato la mente.

"Per molti lettori la <<vita letteraria>> di Giorgio Scerbanenco è una meteora: dal 1966, comparsa del primo grande noir Venere privata, alla morte precoce nel 1969. Per altri lettori ancora, più avvertiti, questo sfolgorante <<finale>> è preceduto da inizi brumosi alla fine degli anni '30, da cui emergono i sei romanzi polizieschi (1940-1943), che hanno come protagonista Arturo Jelling,..."

Noto poi il risvolto della copertina Sellerio, risvolto dell'ultima pagina non della prima.

"Giorgio Scerbanenco (1911-1969), nato a Kiev da padre ucraino e madre italiana, vissuto in Italia, dopo un gran numero di racconti e romanzi rosa, scrive tra il 1940 e il 1942 le sei avventure di Arthur Jelling, investigatore bostoniano, polizieschi di ambientazione americana pubblicati nel Giallo Mondadori (Sei giorni di preavviso, La bambola cieca, Nessuno è colpevole, L'antro dei filosofi, Il cane che parla, Si vive bene in due)."

Quindi sia Pirani sia Sellerio dicono che esiste il sesto Jelling, dando ragione indirettamente alla fonte di orrest in apertura di discussione. Notate la discordanza delle date tra Pirani e Sellerio: il primo individua nel 43 l'ultimo anno del sesto Jelling, mentre il retro-copertina dice 42. Non solo, Sellerio dice che il sesto Jelling è Si vive bene in due, cosa che ci è stata smentita da scerbanenco1986 che, possedendo il libro, dice che non è uno Jelling.

Allora che si fa?
Si sbaglia Pirani? Il sesto Jelling esiste e non è Si vive bene in due?
La ricerca continua...


 
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tommaso berra
view post Posted on 23/1/2010, 21:11




in effetti quando ho scritto, in base al verdetto di scerbanenco 1986 che non essendo "si vive bene in due" uno jelling non esisteva un sesto jelling, sono stato precipitoso. le congetture di scerbancredi sono molto interessanti. credo di poter dire che un sesto jelling dovrebbe esistere, ma solo allo stato di dattiloscritto. e non si sa che fine abbia fatto. ma non mettiamo limiti alla provvidenza. il pur ottimo pirani, quindi, è caduto in una trappola, come la fonte di orrest. bisogna capire come è nata e da chi l'affermazione che "si vive bene in due" fosse il sesto jelling. poi, come spesso accade, la notizia è rimbalzata qua e là. è il classico "serpente di mare", come si dice in gergo giornalistico.
 
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59 replies since 3/12/2009, 10:25   829 views
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