| ho terminato stamattina la lettura di "al mare con la ragazza". l'adriatico naturalmente c'è, con i suoi juke box, i suoi turisti tedeschi che dicono gute morgen, i suoi ombrelloni, ma non con la forza e l'intensità paesaggistica che troviamo ne "la sabbia non ricorda" oppure, forse ancor più, ne "i diecimila angeli". in questo romanzo, caratterizzato da un grande personaggio femminile di cui ho già parlato, Edoarda detta Arda (sono tipici i diminutivi in scerbanenco, simona è ona, duilio è dui, alberto è al, michela è chela, cheletta e via di seguito), in questo romanzo dicevo, il mare è più un fatto dell'anima che un paesaggio, è una meta sognata e vissuta in un modo tutto particolare. comunque c'è latisana e c'è trieste, altra città scerbanenchiana ("appuntamento a trieste", ancora non letto) e c'è un grande castello "così grande che c'era un paese dentro". bella questa immagine, che evoca qualcosa di fiabesco (ed è maestro nell'occasione scerbanenco, e capirete perché), ed esiste nella realtà. si tratta di montagnana, un comune di circa 10.000 abitanti in provincia di padova, che si caratterizza - cito da wikipedia - per uno straordinario complesso fortificato che costituisce uno dei più insigni e meglio conservati esempi di architettura militare medievale. siamo ancora vicini al confine con la lombardia e duilio e simona non sono ancora giunti al mare... per il momento su "al mare con la ragazza" non mi sento di dire altro. ho bisogno di farlo sedimentare aiutandomi con qualche rilettura "a campione".
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