L'antro dei filosofi, il quarto libro dedicato ad Arturo Jelling

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orrest
view post Posted on 12/12/2009, 18:34 by: orrest




L'ANTRO DEI FILOSOFI

Partiamo da una considerazione di carattere generale su Scerbanenco prima, e poi sui suoi personaggi; Giorgio attraversa come qualsiasi artista cicli storico, artistico, narrativi molto differenti tra loro a maggior ragione per un uomo con un animo molto sensibile.
Sembra quasi fuori posto come scrittore e come persona a cavallo della seconda guerra mondiale e invece la sua capacita letteraria e i suoi scritti sono una denuncia e uno specchio dei tempi. Come fuori posto sembra, ad un primo acchito, Arturo Jelling. L’investigatore improbabile, come improbabili sono le indagini che conduce; prima con una morte annunciata, poi con una serie di morti legati ad una famiglia molto in vista di Boston ( I Deravans) e, infine, con un colpevole servito su un piatto d’argento in nessuno è colpevole. Eppure il nostro caro archivista rimischia le carte, scombina colpevoli e presunti tali, testimoni più o meno attendibili e donne protagoniste sotto diversi aspetti e con diverse sfumature. Questo modus agendi lo si legge anche in questo quarto libro del ciclo di Jelling. Dove però si nota una cesura netta con il passato fin dall’inizio del romanzo, laddove Arthur diventa Arturo, Matchy il poliziotto tutto muscoli e metodi burberi scompare così come il processo narrativo seppure mantenuto in terza persona non viene più filtrato attraverso il fine intelletto di Tommaso Berra (non viene mai citato) ma solo raccontato in terza persona, una presenza che segue Jelling costantemente, diventando il suo sforzo investigativo ma che non si palesa mai e con cui il nostro poliziotto improbabile non può mai confrontarsi e confortarsi.
L’antro dei filosofi è un’opera matura e profondamente diversa dalle precedenti, è il libro dove Scerbanenco inizia a prendere coscienza degli orrori della guerra e dei misfatti del nazifascismo, la coerenza del moralismo a tutti i costi (o presunto tale) capace di calpestare, umiliare e distruggere la verità a favore di una “giustizia” costruita ad arte ma pur sempre giustizia.
Gerolamo Steve ne è il vessillo, mentre il padre Leslie solo il suo riverbero filosofico e quindi meno cogente e duro - così come i filosofi di fine ottocento furono accusati (ma su questo non mi sento di dare giudizi) di essere stati apologia della dittatura nazista – Oliviero invece è il nostro “mite” fascismo: succube sicuramente del fratello “maggiore”. E poi ancora le donne, in quello che sembra essere il filo rosso di Jelling, coprotagoniste della storia che scorre su due binari, uno politico – filosofico e l’altro prettamente di genere (noir e giallo insieme). Una donna disposta a tutta e un’altra tenuta sotto il torchio della minaccia. E sempre una donna sarà la chiave di volta del mistero.
Molteplici altre potrebbero essere le considerazioni, gli spunti di riflessione, le implicazioni storiche e quelle più semplicemente legate al romanzo giallo che si possono fare sull’Antro dei Filosofi, sicuramente in questo quarto romanzo l’omicidio passa in secondo piano e questo è un altro elemento di discontinuità con il passato. Appunti di viaggio nella lettura i miei, che sicuramente cercherò di integrare e migliorare, sperando siano utili.
 
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14 replies since 12/12/2009, 18:34   614 views
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