L'antro dei filosofi, il quarto libro dedicato ad Arturo Jelling

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tommaso berra
view post Posted on 13/12/2009, 00:41 by: tommaso berra




intanto mi pare corretto aver rilevato, nell'"antro dei filosofi", la scomparsa di personaggi di tommaso berra e matchy. quest'ultima, come ho detto in altra sede, contribuisce a rendere più cupo questo jelling visto che il braccio destro del timido archivista della polizia di boston è un personaggio fondamentalmente umoristico, che alleggerisce quindi la narrazione. quanto a berra, l'illustre psicopatologo che appare in veste di narratore nei primi tre jelling, si tratta di un personaggio abbastanza anonimo e non ben caratterizzato, come rileva maurizio pistelli nel suo "un secolo in giallo"; niente a che vedere con il suo "collega" watson che nei romanzi di sherlock holmes assurge al ruolo di coprotagonista.
un'altra annotazione interessante riguarda la versione italiana, nell'"antro dei filosofi", del nome di battesimo di jelling, non più arthur ma arturo. mi piacerebbe sapere perché scerbanenco opta in questo romanzo, e mi pare di capire anche ne "il cane che parla", per il nome italiano dell'investigatore bostoniano. non credo che c'entrino le sciocche disposizioni del minculpop che nel '37 aveva dettato alcune "istruzioni" ai giallisti italiani (l'assassino deve essere straniero, divieto di suicidio per i personaggi italiani, arresto obbligatorio del colpevole). perché un americano avrebbe dovuto chiamarsi arturo? che scerbanenco abbia voluto ingraziarsi qualche papavero del regime facendo balenare la remota eventualità di un qualche legame con l'italia di un così geniale investigatore? un omaggio al genio italico, insomma. mi sembra una cretinata, ma non mi stupirei se all'origine del mutamento di nome ci fosse qualcosa del genere.
 
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14 replies since 12/12/2009, 18:34   614 views
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