| Sei giorni di preavviso è il romanzo con cui inizia la saga di Arthur Jelling, il primo vero eroe investigativo nella bibliografia di Scerbanenco. Jelling però non ha le tipiche movenze dell’eroe poliziotto, anzi non è nemmeno poliziotto, ma semplice archivista della polizia di Boston; il suo compito è quello di controllare e organizzare, ai fini dell’istruttoria processuale, le perizie, i verbali e i rapporti che i veri agenti stilano. Soprattutto Jelling non è un uomo spavaldo, sicuro di se, fiero, non è forte fisicamente né bello. Al contrario è molto riservato, timidissimo: non c’è volta dove egli non arrossisca con educazione anche solo per uno sguardo rivoltogli. Potremmo giustamente correggerci dicendo che Jelling è più anti-eroe che eroe. Queste sue caratteristiche delineano quella che è la sua più grande dote: l’intelligenza fervida, unita ad una logica riflessiva acutissima. Per Arthur Jelling i delitti complicati non esistono: nel misfatto, l’assassino o il criminale cerca solo di confondere le acque alla polizia, cerca in ogni modo di farla franca; ma se si guardano i fatti con razionalità, con fredda logica, allora la soluzione del mistero appare subito evidente. Essa è semplice, è chiara, perché non c’è nessuna complicazione dietro ciò che spinge l’uomo a divenire assassino o criminale. Nei suoi casi l’archivista studia attentamente le carte, analizza in dettaglio le persone coinvolte nei fatti, raccoglie le testimonianze - gli interrogatori continui, ad ogni ora del giorno o della notte, saranno una peculiarità di Jelling - fino a giungere, implacabile, alla scoperta della verità. Non serve nient’altro che un freddo ragionamento, o quasi. Già perché se Jelling è solo la “mente”, il fido Matchy - suo accompagnatore nelle indagini - è invece il “braccio”, cioè colui che ha il compito di far valere il distintivo. E’ colui che deve comportarsi da pubblico ufficiale: sfondare le porte, richiedere mandati di perquisizione, inseguire i sospetti, tutto ciò che Jelling non può fare, sia perché egli non è poliziotto, sia perché la sua indole non ne è capace. In Sei giorni di preavviso l’archivista sarà chiamato dal capitano Sunder a far luce sul caso Vaton, dove una serie di minacce di morte giungono ad un vecchio attore teatrale, le cui luci della ribalta si sono da tempo spente. Gli amanti del giallo intricato e brillante, ricco di imprevedibilità, non potranno che adorare le vicende di Jelling, divorando in serie i cinque casi che Scerbanenco ci regala.
Edited by Grea[t]! - 7/11/2009, 17:26
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