La fuga in Svizzera di Scerbanenco, Realtà e poesia si mischiano?

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tommaso berra
view post Posted on 11/12/2009, 18:12




LETTERA DI RISPOSTA A GREAT/SCERBANCREDI (VEDI BACHECA) IN OCCASIONE DEL PRIMO MESE DI VITA DI SCERBANENCOSCRIVE


caro scerbancredi,
ognuno di noi ha qualcuno da ringraziare per aver scoperto scerbanenco. ma alla fine l'unico grazie deve essere rivolto a scerbanenco medesimo che si serve del qualcuno di turno come di un docile strumento di conoscenza del suo essere poeta della vita, in ogni storia, in ogni circostanza. qualcosa del genere ci ha scritto ieri l'ora d'oro riportando una lettera di giorgio a don felice menghini. ed io, in occasione della sobria celebrazione di questo primo mese di vita di scerbanencoscrive, voglio ricordare in proposito una splendida pagina di quell'altrettanto splendida autobiografia "io, vladimir scerbanenko" che tu mi hai fatto conoscere. giorgio fugge per le montagne con il suo occasionale compagno verso la svizzera, indossa un elegante completo color cammello molto cittadino e ridicolo in quella situazione, e porta con sé in una cartella il dattiloscritto di un romanzo d'amore (non ricordo quale in questo momento, lui non lo dice, ma mi pare fosse "adalgisa e il passaggio a livello"). e per questo si sente un idiota. s'inerpica e si dà del cretino perché il mondo era fatto dei tedeschi che sparavano, non delle donne che egli descriveva e dei loro "stupidi sentimenti".
poi l'incontro con la contadina al confine, con quella contadina dal viso sciupato e insignificante che gli salva la vita facendo ai fuggiaschi un curioso segno con la mano come a volerli raccogliere con un grosso cucchiaio e portandosi un dito sulle labbra per intimare dolcemente silenzio. lascio la parola a scerbanenco:"ci aveva fatto lo stesso gesto che faceva ai pulcini per mandarli al sicuro in pollaio con le chiocce, ne ero certo. lei sapeva che dietro stavano arrivando i tedeschi e aveva avuto per noi, sconosciuti, l'istintiva tenerezza femminile, materna, protettrice, che aveva per i pulcini e per ogni creatura vivente. cambiai di mano alla borsa, continuando a camminare, sfinito, ma adesso sapevo che la realtà non era quel fuggire, quella guerra, quello spietato pericolo di vita, ma, all'opposto, proprio quello che si trovava scritto nel mio romanzo e in tanti altri romanzi, di tanti altri che scrivevano come me, di tenere donne e teneri sentimenti. le guerre passavano, tornavano e ripassavano ancora, ma le donne, anche l'ultima delle contadine, avevano sempre quei gesti di istintiva tenerezza e protezione femminile, per portare al riparo e salvare qualunque creatura vivente sia in pericolo o abbia bisogno di aiuto".
questo intendo per poeta della vita. e questo, credo, ha fatto scoccare in noi la scintilla della passione per tutta la sua opera. la passione ti ha portato a costruire questo strumento che ci impegna, ci diverte molto e potrebbe renderci migliori, come tutte le cose che si caratterizzano per il contatto, il confronto, lo scambio di esperienze tra le persone. per questo grazie soprattutto a te e a noi tutti auguri di buon lavoro per dare a giorgio quel che è di giorgio.
tommaso berra

Edited by tommaso berra - 15/12/2009, 11:56
 
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tommaso berra
view post Posted on 11/12/2009, 23:59




desidero sottolineare in neretto, del brano che ho citato qui sopra, quella che ritengo esserne la chiave di lettura: l'istintiva tenerezza femminile, materna, protettrice, che aveva per i pulcini e per ogni creatura vivente.
 
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L'ora d'oro
view post Posted on 12/12/2009, 09:31




Eh sì! Il racconto di quella fuga in Svizzera non è solo un ricordo autobiografico di Scerbanenco (anzi: dal punto di vista storico non risulta particolarmente affidabile). Ciò che interessa esprimere all'autore è davvero altro. A ben guardare, quel racconto risulta ben più ricco di quanto appaia a prima vista; ed è soprattutto un'enunciazione di poetica! Il protagonista, in quel viaggio che lo porta a superare un confine, fa un'esperienza iniziatica: scopre a) quel nobile senso di tenerezza femminile di cui parla Tommaso; b) il senso vero della letteratura; c) il senso della vita.
Chi vuole saperne di più... può trovare qualcosa qui:
www.andreapaganini.ch/RASSEGNA_STAMPA_2005_files/paganiniscerbanencofuga.pdf
Ciao!!
 
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tommaso berra
view post Posted on 12/12/2009, 09:56




sintesi perfetta. più tardi cliccherò sul link che ci ha indicato l'ora d'oro. ma già sono in apprensione per quella possibile inaffidabilità del racconto autobiografico di giorgio dal punto di vista storico. troverò qualcosa in merito su www.andreapaganini? o si tratta di qualcosa che conosceremo a tempo debito? quel che mi viene da dire ora, se c'è in quel racconto, come ipotizza l'ora d'oro, almeno una parte di fantasia, è: birbante di uno scerbanenco. un birbante detto naturalmente in modo affettuoso perché ai poeti non si chiede conto della veridicità di quel che scrivono e soprattutto perché quella che ho riportato è una pagina di alta letteratura. giù il cappello.
p.s. anche quella protezione e aiuto "ad ogni creatura vivente" mi va venire in mente lo schopenhauer di cui ho parlato in altra sede: il dolore universale.
 
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tommaso berra
view post Posted on 13/12/2009, 12:47




ho letto con grande interesse l'articolo di andrea paganini sulla fuga di scerbanenco in svizzera segnalato da l'ora d'oro in questa discussione. è una magnifica analisi semiotica e semantica di "viaggio in una vita" sulla quale c'è poco da dire, se non consigliare a tutti di leggerla. l'ora d'oro ne ha fatto la sintesi contenutistica in tre punti ma altra cosa è vedere come l'autore arriva a quei punti attraverso l'analisi del testo. perciò è bene leggere il breve saggio che - lo dico a scerbancredi che dirige la baracca - potrebbe anche trovare posto nel nostro archivio oppure nella sezione biografia, a meno che non sia ritenuto troppo lungo. detto questo, mi rimane l'interrogativo, la curiosità, pur non rilevante ai fini della comprensione del testo: scerbanenco e il suo compagno furono realmente salvati da una contadina che fece quel doppio gesto (la mano a cucchiaio e il dito sulle labbra)? giorgio ne parla nelle note autobiografiche ma non traspone l'episodio - nota paganini - in "non rimanere soli". eppure sarebbe stata una bella pagina di letteratura. ecco un punto su cui riflettere. avanzo, cospargendomi preventivamente il capo di cenere in caso di manifesta castroneria, un'ipotesi (che peraltro mi piace in sé, perché vorrei che quella contadina fosse realmente esistita): l'incontro ci fu ma giorgio lo ha tenuto per sé, perché appartiene soltanto alla sua biografia, perché fu per lui catartico, perché segna la presa di coscienza di sé come scrittore - come segnala paganini - e non poteva essere quindi raccontato in altro modo se non come nota autobiografica. grazie andrea-l'ora d'oro.
 
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Grea[t]!
view post Posted on 13/12/2009, 14:58




L'articolo non ho ancora avuto il piacere di leggerlo, essendo queste giornate molto intense che mi tengono un pò distante dal forum.
Ringrazio l'ora per il link, e, avendo anche io in mente - come tommaso - di mettere l'articolo in Scerbanenco quotidiano, chiedo a L'ora se è possibile farlo oppure no.
 
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L'ora d'oro
view post Posted on 13/12/2009, 18:23




Beh, gli articoli sono fatti per esser letti, per cui non vedo problemi a mettere su "Scerbanenco quotidiano" quello sul racconto della fuga in Svizzera (grazie Scerbancredi).
Ringrazio tanto anche Tommaso per averlo letto con questa attenzione e per le sue parole. Per sapere se la contadina è esistita davvero, ci vorrebbe... la macchina del tempo. Importante mi sembra però riconoscere che, se Scerbanenco ne ha parlato in questo modo, è perché voleva esprimere una sua convinzione. Se poi tale convinzione sia maturata in quel particolare momento, al superamento del confine italo-svizzero, o se semplicemente il racconto della fuga si prestava bene a configurarla e a spiegarla, resti in sospeso. In ogni caso, se anche non fosse in tutto e per tutto la verità storica (erano passati tanti anni...), quella raccontata qui è certamente una verità che la supera e la trascende.
Aggiungo un piccolo quesito: nel questionario compilato da tutti i profughi al momento dell'accettazione in Svizzera (di cui un particolare è riprodotto nell'articolo), Scerbanenco scrive che "nessuno" lo ha aiutato nella fuga. È la verità? Oppure ha scritto "nessuno" per proteggere chi lo ha accompagnato?
 
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tommaso berra
view post Posted on 13/12/2009, 18:31




propendo per il secondo corno del dilemma. quello di dichiarare ad un'autorità di polizia, sia pure di un paese democratico, "nessuno mi ha aiutato nella fuga" è quasi un atto dovuto. non si sa mai...
 
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tommaso berra
view post Posted on 13/12/2009, 19:54




post scriptum. per la mia curiosità sull'esistenza dell'ormai famosa contadina forse potremmo evitare il ricorso alla macchina del tempo di cui parla l'ora d'oro. possibile, mi chiedo, che giorgio non avesse raccontato in famiglia, da cronista e non da poeta della vita, un episodio così importante della sua vita? forse germana e cecilia, che pure credo fossero piccole quando il padre morì, ne hanno sentito parlare, magari dalla mamma. anche se c'è da dire che nunzia monanni ha dichiarato (vedi l'articolo di ventavoli "gli anni dei buchi neri" nella sezione archivio di questo forum) di ignorare praticamente tutto degli anni svizzeri di giorgio perché egli evitava di parlarne. caro l'ora d'oro, io non dispero. ma hai ragione tu: quella raccontata da giorgio è comunque una verità che supera e trascende la verità storica. ed assume anche, come hai scritto nel saggio di cui stiamo parlando, un significato metaletterario. trascende cioè storia e letteratura e punta al cuore della vita. il nostro discutere su questo punto, il nostro piacevolissimo discutere, mostra credo due formazioni culturali diverse. la mia è (purtroppo?) storicistica, la tua non saprei come definirla, ma è certamente diversa. e proseguendo sulla strada che mi è più congeniale vorrei sottolineare che realmente scerbanenco portava in una cartella il suo romanzo d'amore per il quale opera il radicale capovolgimento del suo punto di vista sulla vita e sulla storia. questo l'ho letto da qualche parte come dichiarazione della monanni e ricordo di aver letto anche quale fosse il titolo del dattiloscritto che portava con sé e di averne scritto sul forum. ma purtroppo non riesco a trovarlo. se qualcuno mi aiuta...
ah scerbancredi! come sarebbe utile quella funzione di cui ti parlavo per cui si clicca su un nickname ed escono fuori tutti i contributi di quel nickname in ordine cronologico. ma forse chiedo troppo.

Edited by tommaso berra - 13/12/2009, 20:16
 
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Grea[t]!
view post Posted on 14/12/2009, 19:53




Sto per stampare l'articolo linkato da l'ora e lo ringrazio del permesso accordatomi per pubblicarlo in archivio.

Giornate di fuoco!
 
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9 replies since 11/12/2009, 18:12   336 views
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