Spara che ti passa, Regia di Carlos Saura, 1993

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Grea[t]!
view post Posted on 18/12/2009, 10:04




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Titolo originale: !Dispara!
Regia: Carlos Saura
Anno di produzione: 1993
Cast:Francesca Neri, Antonio Banderas, Eulalia Ramón, Walter Vidarte, Coque Malla, Christopher Atkins, Achero Mañas, Rodrigo Valverde, Chema Mazo, Concha Leza.
Durata: 108 minuti (colore)
Prodotto in Italia e Spagna.

Trama:
Marcos è stato incaricato di scrivere un articolo sul circo che ha piantato le tende nella periferia di Madrid, lì il giornalista conosce la bella ed affascinante Anna, una ragazza italiana che fa tiro al bersaglio in groppa ad un cavallo. I due ragazzi si piacciono e fanno l'amore, poi sono costretti a separarsi per gli impegni lavorativi di lui; durante un'altra performance Anna conosce tre ragazzi che le fanno pesanti avances che lei rifiuta: ma quella stessa sera...

Il film è tratto dall'omonimo racconto di Scerbanenco. Ho controllato e non è presente ne Il centodelitti, quindi studiamo per approfondire queste schede con riferimenti più precisi.

Edited by Grea[t]! - 8/1/2011, 22:54
 
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tommaso berra
view post Posted on 15/2/2010, 16:46




CITAZIONE (Grea[t]! @ 18/12/2009, 10:04)
Il film è tratto dall'omonimo racconto di Scerbanenco. Ho controllato e non è presente ne Il centodelitti, quindi studiamo per approfondire queste schede con riferimenti più precisi.

Il racconto di Scerbanenco da cui è tratto questo film fa parte della raccolta "Milano calibro 9".

Qui di seguito riporto una recensione di Tullio Kezich, apparsa sul "Corriere della sera" il 30 novembre 1993:

A certi film i festival, nati per promuovere il cinema, fanno decisamente male: nel suo passaggio alla Mostra di Venezia lo spagnolo Spara che ti passa del regista Carlos Saura, tratto dall'omonimo racconto dell'italiano Giorgio Scerbanenco nel libro Milano calibro 9 (pubblicato dall'editore Garzanti), l'hanno maltrattato tutti; e questo dopo che i giornali avevano fatto a gara nel pubblicare le belle fotografie della nostra Francesca Neri nelle succinte vesti della "tiradora" di un circo accampato a Madrid. Ora non voglio dire che siamo di fronte a un film riuscitissimo, ma come fa chi segue il cinema con occhio professionale a non riconoscervi sia pure qua e la' la mano di un grande regista? Giorgio Scerbanenco invento' la storia, ambientata ad Abbiategrasso e dintorni, di una walkiria berlinese, che fa un numero di tirassegno a cavallo, viene violentata da un trio di mascalzoni e si vendica ammazzandoli in batteria per poi andare a morire dissanguata in un cascinale dopo aver sparato anche a due poliziotti nel corso della fuga. Poche ma sostanziali le novita' del film: perduti i tratti teutonici e lesbici, la forzuta cavallerizza assume le leggendarie grazie della Neri, amante riamata del giornalista Antonio Banderas che in Scerbanenco non c'e'. Per una scelta melodrammatica che gli viene dalle frequentazioni di Carmen, Saura scavalca il tono cronachistico o da referto della pagina ricorrendo per commuoverci alla ripetuta romantica citazione della canzone Amore mio composta da Carlo Rustichelli per Un maledetto imbroglio di Germi. Si puo' dire che il film funziona fino a meta': nel descrivere l'ambiente felliniano del circo alla periferia, l'attrazione fatale della novella Annie Oakley sul bel giovanotto, il loro entusiastico affiatarsi, l'incursione degli stupratori nella roulotte e la conseguente vendetta della livida alba madrilena. Purtroppo in seguito, anche perche' il pubblico in gran parte ha gia' letto sulle anticipazioni come va a finire, si scivola nel prevedibile, con Banderas ridotto a personaggio tinca che pronuncia battute impossibili. Restano la visione, l'impaginazione e il ritmo di uno straordinario uomo di cinema qual e' Saura: e si vedano la sequenza della strage o quella dell'assalto finale. E rappresentano un valore l'intensita' , la tenerezza, l'infantile reattivita' e l'irreversibile scoramento che mette in quest'odissea di una donna armata e ferita a morte l'intrepida Francesca.

Ed ecco la recensione di Lietta Tornabuoni, che stronca il film (La Stampa, 3 settembre 1993), alla quale probabilmente si riferisce Kezich nel suo più "morbido" pezzo:

Stupro e incesto, una ragazza del circo violentata da tre ragazzi operai e una bambina undicenne sessualmente usata dal padre, nei due film in concorso alla Mostra. Simili tragedie della violenza carnale e della sopraffazione dell’essere più debole sono, dal punto di vista della rappresentazione, un guaio. Va tutto bene se il problema viene affrontato con serietà documentaria, illustrandone motivazioni, implicazioni psicoanalitiche e conseguenze sociali, contribuendo alla conoscenza d’un dramma e magari alla sua riduzione; oppure se il tema viene affrontato da un grande autore, con la forza, la profondità e i mezzi espressivi dell’arte. Quando invece a occuparsi di quell’orrore sono docudrama, opere di genere misto tra realtà e finzione, oppure quando film o autore risultano di poca qualità, riesce difficile allontanare il sospetto di lenocinio, di compiacimento ribaldo, di morbosità irrispettosa. Si sa che le vittime sono adesso tra i protagonisti prediletti, ma si può anche provare insofferenza e ira nel vedere al cinema l’ennesimo stupro di gruppo praticato secondo i luoghi comuni formatisi attraverso tanti film e divenuti inalterabili: abiti lacerati, prima l’uno e poi gli altri, prima davanti poi dietro, infine la bottiglia e, dopo, la vittima che quasi morta si precipita sotto la doccia per un lavacro purificatore, per ripulire il proprio corpo insozzato dalla violenza. è quanto capita vedendo lo spagnolo Spara che ti passa (Despara!) di Carlos Saura, tratto da un racconto di Giorgio Scerbanenco appartenente alla raccolta Milano calibro 9 pubblicata da Garzanti, interpretato da Francesca Neri e Antonio Banderas. Una ragazza italiana del circo, appassionata di cavalli e di armi da fuoco, bravissima cavallerizza e tiratrice, all’inizio d’un amore con un giornalista, viene aggredita e brutalmente violentata di notte nella sua roulotte da tre giovani meccanici ubriachi che si sentono sfidati dalla bellezza, dalla forza e dal rifiuto di lei. Al mattino la ragazza li raggiunge nell’officina dove lavorano. Li ammazza tutti e tre, a fucilate. E comincia in automobile una lunga fuga disperata, segnata da altri morti e dal sangue delle sue ferite, che avrà termine con la morte. Francesca Neri recita il personaggio con efficacia. Carlos Saura conosce il suo mestiere, si capisce, ma da anni non fa un film bello né importante né autentico né sentito: e neppure stavolta l’ha fatto.

Ed ecco l'incipit della recensione che si può leggere sul "Davinotti":

"Tratto dall'omonimo racconto di Giorgio Scerbanenco (scritto con ben più vigore), un film che Carlos Saura e il co-sceneggiatore Enzo Monteleone hanno trasformato in un insipido polpettone senz'arte né parte".

Insomma, mi pare di capire che si tratta dell'ennesimo film in cui Scerbanenco viene maltrattato. Naturalmente con l'eccezione di "Milano calibro 9" di Di Leo e di pochissime altre pellicole.

Edited by tommaso berra - 16/2/2010, 17:28
 
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tommaso berra
view post Posted on 10/5/2010, 18:33




Mi è stato riferito da un amico che qualche sera fa Rete4 ha mandato in onda, in seconda serata, "Spara che ti passa" ma che improvvisamente, a un quarto d'ora dalla fine, la proiezione è stata interrotta. Incredibile! Qualcuno di voi può confermare? Anche se per la verità non ho motivo di dubitare della serietà dell'informazione. Se così fosse Rete4 dovrebbe riproporre il film e chiedere scusa ai telespettatori. O non usa?
 
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Grea[t]!
view post Posted on 10/5/2010, 19:21




CITAZIONE (tommaso berra @ 10/5/2010, 19:33)
Mi è stato riferito da un amico che qualche sera fa Rete4 ha mandato in onda, in seconda serata, "Spara che ti passa" ma che improvvisamente, a un quarto d'ora dalla fine, la proiezione è stata interrotta. Incredibile! Qualcuno di voi può confermare? Anche se per la verità non ho motivo di dubitare della serietà dell'informazione. Se così fosse Rete4 dovrebbe riproporre il film e chiedere scusa ai telespettatori. O non usa?

In verità il tuo informatore ha registrato Spara che ti passa tramite mysky, ma la registrazione è stata incompleta. Gli ultimi 10-15 minuti sono stati tagliati a causa delle diversità di orari tra il palinsesto mediaset e la programmazione del menù sky. Il film è andato regolarmente tutto in onda.

Confermo che, pur non trattandosi di un capolavoro, la pellicola ha chiare tinte scerbanenchiane. I luoghi, alcuni personaggi e le ambientazioni rispecchiano in pieno la realtà della Milano Calibro 9 di Scerbanenco. Sui personaggi posso dire che Banderas è giustamente lasciato ai margini, visto anche che nel racconto di Giorgio non esiste proprio. Per il resto è un lungo precipitare di Francesca Neri (interpreta la circense Anna) verso l'inesorabile - Scerbanenco docet - fondo della vita umana. Anna è carnefice e vittima, proprio come siamo abituati a constatare. Da segnalare i numerosi stacchi di nudo che Saura regala e che a mio avviso risultano azzeccati: fanno assaporare i motori centrali della storia, passione e crimine.
Non vi dico come finisce, perchè non ho visto la fine proprio a causa della registrazione monca.
Spero però presto di riparlare di questa pellicola, magari completandone la visione e confrontandola con il racconto milanese di Giorgio.

 
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Grea[t]!
view post Posted on 18/6/2010, 21:49




Mai come in questo caso farebbe comodo l'opinione di un esperto nel settore.

Ugo, cosa diresti sul confronto tra Spara che ti passa di Saura con il racconto di Milano calibro 9?
 
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Ugo Piazza
view post Posted on 22/6/2010, 20:20




Seppur lusingato, temo di non potermi ancora forgiare del titolo di "esperto nel settore" considerandomi ancora ai primi passi della mia ricerca ;) .
Non ho ancora visto il film "Spara che ti passa" (che fra l'altro ignoravo essere in programmazione su Rete 4 :cry: ) quindi non mi azzardo a dare un giudizio sulla pellicola. Ciò che comunque, leggendo la trama, mi ha fatto sorgere qualche dubbio sono le differenze troppo marcate col racconto (vedi l'ambientazione diversa dalla provincia milanese e le preferenze sessuali della protagonista...) che rischiano ancora una volta (come capita in altri film ispirati all'opera di Giorgio) di non rappresentare in maniera fedele sugli schermi il microcosmo scerbanenchiano e la pesonalità dei personaggi che in esso vivono....
Comunque, lo ripeto, non avendo visto il film sono costretto a sospendere il giudizio, con l'intenzione però di dare un contributo più significativo alla discussione una volta approfondita la sua conoscenza ;) .
 
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tommaso berra
view post Posted on 22/6/2010, 20:30




Anch'io non ho visto il film, come già sapete, ma credo che Ugo Piazza abbia colto un punto importante: l'infedeltà a Scerbanenco di alcune pellicole. Lo avevamo già visto con L'assassino è costretto a uccidere ancora che a quanto ho capito "massacra" Al mare con la ragazza. Ribadisco che certi scempi non sarebbero stati possibili con Giorgio in vita, almeno così credo. E pensare che lui amava il cinema in modo appassionato. I suoi romanzi sono una miniera per i cinefili.
 
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Grea[t]!
view post Posted on 22/6/2010, 21:19




Certamente concordo con Ugo e tommaso in riferimento alla distanza più o meno lunga tra le produzioni cine-televisive e le opere di Giorgio. Abbiamo già avuto modo di vedere come andrebbe fatta una fine distinzione tra le opere "tratte da" e quelle "ispirate/tendenti a". E' una sottile differenza, ma importante. Lo spazio cinematografico ha proprio l'intento di approfondire questi aspetti e sono sicuro che insieme, con tempo, passione, visioni e confronti, ci riusciremo senz'altro.

Ritornando alla nostro dibattito, una cosa credo non vada sottovalutata. Scerbanenco ha vedute estremamente ampie ed anticipa nella sua letteratura alcuni temi molto delicati o scomodi che dir si voglia. Pensiamo ancora all'omosessualità femminile che emerge chiara e semplice già in Annalisa, anno 1944. Quanti autori si sono e si sarebbero spinti fin qui, anche solo per il gusto della provocazione?
A mio avviso Scerbanenco è un profondo avanguardista e non è facile rimanerne fedeli senza convinzione per chi scrive o dirige un film. Credo che anche questo possa incidere in alcune scelte produttive tendenti appunto all'ispirarsi a Scerbanenco piuttosto che a riproporlo fedelmente.
 
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