L'antro dei filosofi, Ciclo Jelling

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tommaso berra
view post Posted on 18/12/2009, 15:51




L'antro dei filosofi, prima edizione Oscar Mondadori, 1974

Fronte


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Retro

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Copertina di Ferenc Pintér
 
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orrest
view post Posted on 14/1/2010, 19:39




L'antro dei Filosofi, prima edizione, Mondadori - I romanzi della Palma - 1942


fronte

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retro

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tommaso berra
view post Posted on 14/1/2010, 20:27




che meraviglia "i romanzi della palma". questo poi è straordinario ed illustra una scena ben precisa, come sapete. jelling ha già capito quasi tutto. imbranato ma intelligentissimo. naturalmente non conosciamo l'autore della copertina, mi pare di capire.
 
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orrest
view post Posted on 14/1/2010, 20:45




No, purtroppo, nessuna informazione sull' illustratore il quale riesce a cogliere il senso vero del romanzo, di jelling e degli steve; il tutto incorniciato da quel fiume che e' il senso ed il collante sia della copertina che dello scritto.
 
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tommaso berra
view post Posted on 14/1/2010, 21:37




ma secondo voi, invece, la copertina surrealistica del '74 di pintér (mi pare che questo disegnatore lo abbiamo già incontrato), che cosa significa?
 
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tommaso berra
view post Posted on 14/1/2010, 22:00




p.s. non ci ho capito niente. la copertina del '74 l'avevo pubblicata io citando naturalmente pintér!
 
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Grea[t]!
view post Posted on 14/1/2010, 22:03




CITAZIONE (tommaso berra @ 14/1/2010, 21:37)
ma secondo voi, invece, la copertina surrealistica del '74 di pintér (mi pare che questo disegnatore lo abbiamo già incontrato), che cosa significa?

Che sia la casa degli Steve, con intorno al tavolo i membri della famiglia e Luciana pronti, uno alla volta, al mea culpa serale dei peccati?
Chissà...
 
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tommaso berra
view post Posted on 14/1/2010, 22:11




in effetti attorno al tavolo sono in cinque, quanti gli steve. ma perché la casa vola?
 
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Grea[t]!
view post Posted on 14/1/2010, 22:22




CITAZIONE (tommaso berra @ 14/1/2010, 22:11)
in effetti attorno al tavolo sono in cinque, quanti gli steve. ma perché la casa vola?

Non penso che voli.
Credo che stia a significare lo scoperchiamento del "chiuso" degli Steve e della loro casa. E' come se avessimo una scatola piccola piccola in mezzo al nulla e la alziamo per vedere cosa contiene al suo interno.
Chiaramente questa è la mia interpretazione. ;)
 
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tommaso berra
view post Posted on 14/1/2010, 22:35




e mi pare un'ottima interpretazione. conto fino a tre e se non ce ne sono altre la aggiudico a scerbancredi.

p.s. però, lo dico a orrest, la pubblicità di "mille aghi" nel retro della copertina prima edizione è firmata, mi pare.
 
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orrest
view post Posted on 15/1/2010, 06:45




Anche io la penso come scerbancredi riguardo l'illustrazione di Pinter.


Si, il retro della copertina è firmata, ad occhio attento non poteva sfuggire, la firma riporta tale boccagile, ne sappiamo qualcosa?
 
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tommaso berra
view post Posted on 15/1/2010, 08:06




credo si tratti di gino boccasile, un grande grafico dell'epoca, fascistissimo, famoso soprattutto per "le signorine grandi firme" della omonima rivista di pitigrilli, altro fascistone e spia dell'ovra. cito da wikipedia, che dedica a boccasile una robusta voce: "propone nei suoi disegni un tipo di donna florida e procace, solare e mediterranea, utile all'immagine positiva che il regime vuole propagandare. e infatti nei propri cartelloni pubblicitari molto spesso il messaggio è affidato a formose ragazze dai vestiti aderenti. è tra i firmatari nel 1938 del manifesto della razza in appoggio all'introduzione delle leggi razziali fasciste". e infatti la donna che controlla la smagliatura della calza è la classica bella donna mediterranea e indossa un vestito aderente. gino, gino, che ci combini: ci piacciono molto le tue donne mediterranee nei manifesti pubblicitari, non ci piace la fine che fanno altre donne per quell'altro manifesto!
per tornare alla copertina dell'"antro", credo però che soltanto la pubblicità sia opera di boccasile, altrimenti la firma sarebbe stata in copertina. che strano.
 
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tommaso berra
view post Posted on 15/1/2010, 11:34




p.s. pitigrilli, però, che si chiamava dino segre ed era ebreo, fu poi vittima delle leggi razziali del '38 e dovette lasciare l'italia. boccasile aderì invece alla repubblica di salò di cui divenne il grafico ufficiale e radicalizzò le sue posizioni politiche in senso nazifascista. suoi i manifesti propagandistici del nuovo stato mussoliniano. morì cinquantenne nel '52 a milano (era nato a bari) mentre lavorava alle illustrazioni del "decamerone" nelle quali mise a frutto (potete vedere le foto su internet) la sua passione per la donna mediterranea, in questo caso ritratta spesso nuda. il primo volume delle "edizioni d'arte" del capolavoro di boccaccio, a cura di fernando palazzi, contiene ben 101 tavole a colori firmate da boccasile. la voce wikipedia che lo riguarda è comunque molto ricca.

Edited by tommaso berra - 15/1/2010, 12:14
 
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tommaso berra
view post Posted on 15/1/2010, 12:42




riporto qui sotto una breve biografia di boccasile, modificata da me a causa di un orribile refuso, nella quale si legge che questo grande disegnatore ha illustrato molti "romanzi della palma" di mondadori. quindi potrebbe anche essere l'autore della copertina del nostro "antro" e forse degli altri jelling. ma perché mondadori non dava conto degli autori delle sue bellissime copertine? non riesco a darmi pace su questo.


Gino BOCCASILE 1901-1952
Nasce a Bari (Italia) il 14 luglio 1901. Cieco di un occhio per un incidente infantile, si trasferisce a Milano dopo aver completato gli studi artistici nella città natale, e viene introdotto alla cartellonistica pubblicitaria da Achille Mauzan. Si fa conoscere esponendo due quadri al Salon des Indèpendants di Parigi nel 1932. Collabora con i periodici La Donna (1932), Dea e La Lettura (1934), Bertoldo (1936), Il Milione (1938) e L'Illustrazione del medico (1939). Illustra libri per Rizzoli e Mondadori (molti "Romanzi della Palma" e copertine dei "Romanzi di Cappa e Spada").
Propone nei suoi disegni un tipo di donna florida e procace, solare e mediterranea, utile all'immagine positiva che il regime vuole propagandare. Lavora quindi molto per la pubblicità realizzando cartelloni in cui quasi sempre il messaggio è affidato a formose ragazze dai vestiti aderenti.
La popolarità arriva con la signorina Grandi Firme, espressione che indica la serie di "ragazze copertina" create per il restyling della rivista Grandi Firme di Pitigrilli voluto da Cesare Zavattini (all'epoca direttore editoriale della Mondadori) dopo la vendita della testata ad Arnoldo Mondadori. Dall'aprile 1937 al settembre 1938 (quando la testata sarà soppressa dal governo fascista) il successo è davvero notevole, la signorina Grandi Firme entra nel patrimonio culturale comune degli italiani (l'omonima canzone la renderà ancora più popolare); il disegnatore riuscirà a disegnarne anche qualche breve "striscia" umoristica prima della forzata interruzione.
Durante la guerra crea numerosi manifesti e cartoline di propaganda per il regime, anche e soprattutto nel periodo della Repubblica di Salò. Alla Liberazione, va in prigione per collaborazionismo, subendo, dopo la scarcerazione, una sorta di esilio editoriale. In clandestinità illustra classici erotici. Partiti gli alleati nel 1947, riprende l'attività, soprattutto nella pubblicità, ma disegna anche per il Travaso, Incanto, Paradiso e Sette. Su quest'ultima testata ripropone una nuova pin-up, la signorina Sette, ideale ripresa del personaggio creato per Grandi Firme, ma la morte lo coglie improvvisa quando ha da poco superato i cinquant'anni.
Muore a Milano (Italia) il 10 maggio 1952, mentre sta illustrando Il Decamerone di Boccaccio: la sua ultima opera, completata con tavole di Albertarelli, Bertoletti, De Gaspari e Molino, sarà pubblicata dalle Edizioni d'Arte di Milano nel 1955.

 
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tommaso berra
view post Posted on 15/1/2010, 15:22




riporto qui di seguito due interessanti stralci da internet di un libro (di cui però non so darvi l'indicazione bibliografica e me ne scuso, magari qualcuno più esperto di me, tipo orrest, ci riuscirebbe, ecco le parole chiave usate da me su google:copertine romanzi palma)) in cui si parla dei gialli mondadori e dei romanzi della palma. leggete bene: "si vive bene in due" (il possibile sesto jelling, anche se su questa eventualità prevalgono finora tra noi i dubbi) viene definito un giallo.


ecco i due stralci:
Abbiamo già detto che la "collana madre" della Mondadori fu quella de "I Libri Gialli", il cui primo numero uscì nel settembre del 1929. Questa ebbe una cadenza quasi sempre quindicinale, anche se le prime uscite furono bimestrali, e quindi mensili, con l’intervallo che separava due uscite successive a diminuire mano a mano che cresceva il successo della serie. Gli ultimi tre numeri, nel 1941, tornarono ad avere cadenza mensile. Era costituita da volumi di formato M, rilegati, DA (intorno alle 250 pagine), con copertina di cartone rigido di colore uniforme arancione (con l’eccezione dei primi 38 numeri, nei quali si alternavano diverse colorazioni, ed erano presenti anche alcune decorazioni geometriche - dal N. 220 in poi la copertina diventò invece flessibile), e arricchiti da una sovraccoperta (tranne i primi 4 numeri), oggi molto ricercata, illustrata da un bel disegno a colori su sfondo giallo (che, nei detti primi 4 numeri, era riportato direttamente sulla copertina). Insomma, veri e propri libri, ben degni di essere conservati in una biblioteca con delle pretese. All’interno, il profilo di una palma con la sigla AM, che fa oggi chiamare questi preziosi reperti "palmine"; all’esterno, il disegno riprodotto sulla sovraccoperta era inserito nel famoso cerchio rosso (il cosiddetto "cerchio magico"), un marchio che avrà anch’esso particolare fortuna come uno dei segni distintivi del genere (a eccezione dei primi 4 numeri, quelli senza sovraccoperta, nei quali il disegno era invece inserito in un esagono). C’è da aggiungere che neanche il cerchio rosso era proprio un’idea originale della Mondadori, visto che compariva a contornare la firma del celebre scrittore inglese Edgar Wallace nella copertina dei suoi romanzi, a partire dal primo pubblicato nel 1905 (e, come vedremo, proprio Wallace compare tra gli autori più ricorrenti nei gialli Mondadori).
Terminiamo questa presentazione generale ricordando il nome di una delle persone che, dopo una breve esperienza come editore in proprio, fu sin dai primissimi tempi nel gruppo dei collaboratori dell’editore per quanto atteneva al giallo, in relazione alla scelta dei testi da proporre e alle traduzioni: si tratta di Alberto Tedeschi, che sarà oltre che traduttore di gran parte dei libri pubblicati nella parallela collana dei "Gialli Economici Mondadori", della quale parleremo tra poco, anche curatore della stessa, e, più tardi, mitico direttore della serie de "Il Giallo Mondadori" del dopoguerra, dal 1955 fino alla morte, avvenuta nel 1979. Val forse la pena di ricordare che alla memoria di Alberto Tedeschi è stato intitolato il premio per il miglior giallo inedito di autore italiano assegnato per diversi anni prima al Mystfest di Cattolica, tradizionale appuntamento del cinema e dell’editoria gialla in Italia, poi, nelle ultime edizioni, a seguito di una antipatica e spiacevole scissione, durante il Noir in Festival, organizzato prima a Viareggio, e in seguito a Courmayeur.



Una volta interrotte, come già ricordato nell’introduzione, le uscite di entrambe le collane de "I Libri Gialli" e dei "Gialli Economici Mondadori" nell’ottobre del 1941 (in realtà l’ultimo numero della seconda collana uscì qualche settimana dopo, nel gennaio del 1942), a norma del ricordato decreto del Ministero della Cultura Popolare - emanato a caldo sotto l’influsso del clamore provocato dalle dichiarazioni di un gruppo di giovani rapinatori, che dissero di aver agito a causa dell’influenza esercitata su di loro dalla lettura di libri "gialli" - l’editore Mondadori si limitò da quel momento in poi a inserire qualche romanzo di questo genere nella ricca collana di narrativa popolare che era edita già da vari anni (e precisamente dal 1932), "I Romanzi della Palma". In questo periodo la collana presentava volumi di quel formato intermedio che indicheremo in seguito con la Q (ma ai suoi inizi la serie usciva invece con volumi di formato G), copertina di cartoncino illustrata da un disegno a colori, titolo in bianco su uno sfondo colorato, rosso, blu o arancione (a seconda del genere del romanzo - i gialli erano ad esempio, anche se non sempre, indicati con il rosso), DM bianco. In questa collezione, uscita fino al 1943, che si compone di 186 numeri (più un numero bis), furono inseriti i seguenti romanzi gialli:

156 - G. Scerbanenco, L’antro dei filosofi
158 - M. Seeley, Il villaggio che mormora
160 - V. Hanson, Terrore nel fortino
162 - M. Somma, Il testimonio di cera
164 - N. Meyn, Appuntamento all’Albergo del Lido
165 - K. Norris, Segreto di famiglia
166 - A. Baracco, La seconda notte
168 - E. D’Errico, L’ospite inatteso
172 - G. Scerbanenco, Il cane che parla
176 - A. De Angelis, Il mistero delle tre orchidee
178 - E. D’Errico, La tipografia dei due orsi
179 - G. Scerbanenco, Si vive bene in due
180 - E. Frince, Il triplice volto
183 - M.G. Eberhart, Le tre scimmiette.

Nella serie "I Romanzi della Palma" non erano in precedenza apparsi libri gialli (o vicini al genere), se non con rare eccezioni, come nel caso dei seguenti titoli:

9 - E. Estaunié, Un mistero in provincia
58 - H. Bordeaux, Caccia al delitto
62 - M.R. Rinehart, Io ti difendo
107 - S. Trebitsch, Un delitto nella nebbia.

 
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