| riporto qui di seguito due interessanti stralci da internet di un libro (di cui però non so darvi l'indicazione bibliografica e me ne scuso, magari qualcuno più esperto di me, tipo orrest, ci riuscirebbe, ecco le parole chiave usate da me su google:copertine romanzi palma)) in cui si parla dei gialli mondadori e dei romanzi della palma. leggete bene: "si vive bene in due" (il possibile sesto jelling, anche se su questa eventualità prevalgono finora tra noi i dubbi) viene definito un giallo.
ecco i due stralci: Abbiamo già detto che la "collana madre" della Mondadori fu quella de "I Libri Gialli", il cui primo numero uscì nel settembre del 1929. Questa ebbe una cadenza quasi sempre quindicinale, anche se le prime uscite furono bimestrali, e quindi mensili, con l’intervallo che separava due uscite successive a diminuire mano a mano che cresceva il successo della serie. Gli ultimi tre numeri, nel 1941, tornarono ad avere cadenza mensile. Era costituita da volumi di formato M, rilegati, DA (intorno alle 250 pagine), con copertina di cartone rigido di colore uniforme arancione (con l’eccezione dei primi 38 numeri, nei quali si alternavano diverse colorazioni, ed erano presenti anche alcune decorazioni geometriche - dal N. 220 in poi la copertina diventò invece flessibile), e arricchiti da una sovraccoperta (tranne i primi 4 numeri), oggi molto ricercata, illustrata da un bel disegno a colori su sfondo giallo (che, nei detti primi 4 numeri, era riportato direttamente sulla copertina). Insomma, veri e propri libri, ben degni di essere conservati in una biblioteca con delle pretese. All’interno, il profilo di una palma con la sigla AM, che fa oggi chiamare questi preziosi reperti "palmine"; all’esterno, il disegno riprodotto sulla sovraccoperta era inserito nel famoso cerchio rosso (il cosiddetto "cerchio magico"), un marchio che avrà anch’esso particolare fortuna come uno dei segni distintivi del genere (a eccezione dei primi 4 numeri, quelli senza sovraccoperta, nei quali il disegno era invece inserito in un esagono). C’è da aggiungere che neanche il cerchio rosso era proprio un’idea originale della Mondadori, visto che compariva a contornare la firma del celebre scrittore inglese Edgar Wallace nella copertina dei suoi romanzi, a partire dal primo pubblicato nel 1905 (e, come vedremo, proprio Wallace compare tra gli autori più ricorrenti nei gialli Mondadori). Terminiamo questa presentazione generale ricordando il nome di una delle persone che, dopo una breve esperienza come editore in proprio, fu sin dai primissimi tempi nel gruppo dei collaboratori dell’editore per quanto atteneva al giallo, in relazione alla scelta dei testi da proporre e alle traduzioni: si tratta di Alberto Tedeschi, che sarà oltre che traduttore di gran parte dei libri pubblicati nella parallela collana dei "Gialli Economici Mondadori", della quale parleremo tra poco, anche curatore della stessa, e, più tardi, mitico direttore della serie de "Il Giallo Mondadori" del dopoguerra, dal 1955 fino alla morte, avvenuta nel 1979. Val forse la pena di ricordare che alla memoria di Alberto Tedeschi è stato intitolato il premio per il miglior giallo inedito di autore italiano assegnato per diversi anni prima al Mystfest di Cattolica, tradizionale appuntamento del cinema e dell’editoria gialla in Italia, poi, nelle ultime edizioni, a seguito di una antipatica e spiacevole scissione, durante il Noir in Festival, organizzato prima a Viareggio, e in seguito a Courmayeur.
Una volta interrotte, come già ricordato nell’introduzione, le uscite di entrambe le collane de "I Libri Gialli" e dei "Gialli Economici Mondadori" nell’ottobre del 1941 (in realtà l’ultimo numero della seconda collana uscì qualche settimana dopo, nel gennaio del 1942), a norma del ricordato decreto del Ministero della Cultura Popolare - emanato a caldo sotto l’influsso del clamore provocato dalle dichiarazioni di un gruppo di giovani rapinatori, che dissero di aver agito a causa dell’influenza esercitata su di loro dalla lettura di libri "gialli" - l’editore Mondadori si limitò da quel momento in poi a inserire qualche romanzo di questo genere nella ricca collana di narrativa popolare che era edita già da vari anni (e precisamente dal 1932), "I Romanzi della Palma". In questo periodo la collana presentava volumi di quel formato intermedio che indicheremo in seguito con la Q (ma ai suoi inizi la serie usciva invece con volumi di formato G), copertina di cartoncino illustrata da un disegno a colori, titolo in bianco su uno sfondo colorato, rosso, blu o arancione (a seconda del genere del romanzo - i gialli erano ad esempio, anche se non sempre, indicati con il rosso), DM bianco. In questa collezione, uscita fino al 1943, che si compone di 186 numeri (più un numero bis), furono inseriti i seguenti romanzi gialli:
156 - G. Scerbanenco, L’antro dei filosofi 158 - M. Seeley, Il villaggio che mormora 160 - V. Hanson, Terrore nel fortino 162 - M. Somma, Il testimonio di cera 164 - N. Meyn, Appuntamento all’Albergo del Lido 165 - K. Norris, Segreto di famiglia 166 - A. Baracco, La seconda notte 168 - E. D’Errico, L’ospite inatteso 172 - G. Scerbanenco, Il cane che parla 176 - A. De Angelis, Il mistero delle tre orchidee 178 - E. D’Errico, La tipografia dei due orsi 179 - G. Scerbanenco, Si vive bene in due 180 - E. Frince, Il triplice volto 183 - M.G. Eberhart, Le tre scimmiette.
Nella serie "I Romanzi della Palma" non erano in precedenza apparsi libri gialli (o vicini al genere), se non con rare eccezioni, come nel caso dei seguenti titoli:
9 - E. Estaunié, Un mistero in provincia 58 - H. Bordeaux, Caccia al delitto 62 - M.R. Rinehart, Io ti difendo 107 - S. Trebitsch, Un delitto nella nebbia.
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