I ragazzi del massacro, Regia di Fernando Di Leo, 1969

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Grea[t]!
view post Posted on 22/12/2009, 18:11




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Regia: Fernando Di Leo
Anno di produzione: 1969
Cast: Pier Paolo Capponi, Susan Scott, Renato Lupi, Marzio Margine, Giuliano Manetti
Sceneggiatura: Andrea Maggiore, Nino Latino, Fernando Di Leo
Musiche: Silvano Spadaccino
Durata: 91 minuti (colore)
Prodotto in Italia.

Trama:
Uccidono. Ma nessuno ha visto niente.
Milano, periferia. Un gruppo di sballati compagni di classe sequestra, stupra e uccide l'insegnante. Indaga Duca Lamberti, che si troverà a dover fare i conti con un muro "di gomma" e di omertà come nemmeno a Palermo.
E dunque, i milanesi non ammazzano solo di sabato, per citare Giorgio Scerbanenco dal cui romanzo omonimo il film è tratto. La più apprezzata opera di Fernando di Leo (dalla critica del tempo) in verità non regge il confronto con gli altri suoi noir (Milano calibro 9, Il Boss, La mala ordina). Pesa, infatti, un'evidente ambizione "sociologica". Comunque, più che dignitoso.

Tratto dall'omonimo romanzo di Scerbanenco. Riporto un breve commento, in due parti, di Franco Grattarola, dal sito pollanetsquad.it

Fernando Di Leo ("Brucia ragazzo brucia") nell'affrontare il romanzo di Giorgio Scerbanenco ne ha mantenuto intatti i pregi e i difetti. Il film infatti ha il merito di essere veloce, di tenere sveglia l'attenzione che resta impigliata nell'abile costruzione dell'indagine che segue a un efferato delitto in un'aula scolastica. Su un altro piano, invece, il lavoro di Di Leo risulta deludente. Tutta l'indagine psicologica sui ragazzi [...] è infatti condotta in maniera superficiale, senza approfondimento, con un disegno dei vari caratteri decisamente di maniera. Fedele al romanzo anche nell'ambientazione Di Leo ci offre una Milano troppo da cartolina per una vicenda tanto sordida. La storia che Scerbanenco aveva costruito con sicuro mestiere tiene ancora anche nella sua trasposizione filmica ma le immagini nel complesso la servono malamente, con troppi primi piani e un fiume di parole spesso inutili. La sequenza della violenza alla maestra, nonostante il lungo soffermarcisi della regia, è la cosa migliore del film. L'interpretazione di Pier Paolo Capponi risulta dignitosa: Susan Scott è ornamentale.

Quale che sia l'opinione che si possa avere sulle qualità dei romanzi di Scerbanenco, recentemente scomparso, è certo che l'accuratezza delle descrizioni d'ambiente va annoverata fra di esse: nel film la fedeltà a questo elemento è piuttosto limitata e del resto, per amor di sorpresa, è stata modificata anche la soluzione dell'originale. In ogni caso il film non ha altre notevoli risorse. [...] La pellicola non brilla nemmeno per la interpretazione dei personaggi.

Questo è certissimo, e - uscendo 10 secondi fuori tema - dico che dovremmo dedicare uno spazio in bacheca alle più grandi pagine descrittive di Scerbanenco.
 
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