Non rimanere soli

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tommaso berra
view post Posted on 10/1/2010, 12:37 by: tommaso berra




scusatemi se faccio una sorta di "tutto rimanere soli minuto per minuto", ma quando ti viene un'idea credo sia meglio metterla in circolo subito.
"non rimanere soli" è anche un romanzo di cani. il cane in scerbanenco. chissà, un giorno potremo parlarne con dovizia di particolari e con maggiori cognizioni; chissà quanti cani ha descritto giorgio nei suoi ottanta e passa romanzi e nei suoi mille e passa racconti.
mi limito ancora una volta a "prima notte" partendo dal cane diciamo così meno importante: è un cucciolo di bulldog che non ha nome e che scompare subito perché luisa lo rifiuta. poi ci sono i tre cani di mutti (e di federico che "amava e comprendeva gli animali"): mac, il piccolo bastardo bianco a macchie nere; lele, una barboncina di razza pura capace di grandi sacrifici per i suoi padroni (non dico altro) e la vegliarda jerrie, un collie bianco e marrone "che si lasciava fare ogni sorta di birbonate" da lele.
ma sentite che cosa dice l'autore di mac: "forse nella folla dei suoi progenitori di ogni razza vi era stato anche un fox terrier che aveva lasciato l'impronta. mac ignorava di essere un sanguemisto e anche se lo avesse saputo non vi avrebbe fatto caso". splendido: una staffilata di ironia che vale più di qualunque sermone contro il razzismo, una condanna del nazismo non solo come mostruosità ma anche come stupidità.
mac è un cane forte, coraggioso, spavaldo, pur essendo di piccola taglia, attaccabrighe con gli altri cani ma bonaccione con l'uomo e con le altre bestie ("non si poteva immaginare da chi avesse imparato a odiare in tal modo i suoi simili"). un giorno aggredisce un danese "grande come un vitello" ma non è mac ad avere la peggio, bensì il danese. ci ha voluto dire qualche altra cosa scerbanenco parlando di mac? forse sì, forse ci ha voluto dire che i reietti, i "dannati della terra" hanno grandi capacità di lotta e di resistenza contro chi li emargina e li perseguita. e che possono vincere.
e poi c'è bun, il dobermann bun. un personaggio importante. ed ecco la prima riflessione: è un dobermann, come il cane della wehrmacht e delle ss che sempre di più nel tempo è stato associato simbolicamente ai nazisti e sul quale, credo proprio per questo motivo, si dicono una serie di luoghi comuni privi di fondamento. credo che affidando ad un "festoso" dobermann, buonissimo ed intelligentissimo, un ruolo importante nella "prima notte", scerbanenco abbia voluto in qualche modo ribaltare la malvagia realtà del nazismo ed elevare così la sua protesta.
e allora, quando vogliamo leggere una bella pagina di letteratura "animale", apriamo "non rimanere soli" a pagina 36 della recente edizione garzanti e vi troveremo i cani "umani" di federico navel (come il "cane che parla" di jelling?); lo spavaldo mac, la fedelissima lele, il viziato bun. e leggeremo il bellissimo "dialogo" notturno, sulle rive del fiume, tra federico e questo grande bun.
 
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32 replies since 8/1/2010, 11:46   976 views
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