Non rimanere soli

« Older   Newer »
  Share  
tommaso berra
view post Posted on 24/1/2010, 22:12 by: tommaso berra




ho finito la "seconda notte" e sono... non dico come sono, perché per averlo detto in famiglia mi è stato risposto che probabilmente soffro di un pregiudizio pro-scerbanenco, come se fossi obnubilato. come se non avessi alcuna capacità critica. credo che non sia così e questo "non rimanere soli" mi sembra proprio una grande opera. da far leggere nelle scuole.
ma non sono in grado di parlarvene nella sua totalità, non fosse altro perché mi manca la "terza notte". perciò, più modestamente, insisto sul suo essere anche romanzo di cani. cani persone come a volte nei romanzi di scerbanenco le persone sono cani, grossi cani, detto in positivo, come quel pino de "i diecimila angeli" di cui ho parlato nella sezione "gli altri romanzi".
leggete quant'è bello questo brano (p. 172 della recente edizione garzanti con cronologia di nunzia monanni): giovanni si metteva a studiare e udiva dalla sua cameretta il parlottio di mutti con federico, il ringhiare dei cani che giuocavano, e quei sommessi rumori gli tenevano compagnia, pareva lo facessero studiare meglio, perché era bello studiare avendo vicino le persone a cui si vuole bene e che con una parola si possono chiamare accanto a noi. poche, semplici, profonde, ma soprattutto vere parole per dirci il bene dell'amicizia, della solidarietà. e che questo bene comprende gli animali che vivono con noi e che vengono equiparati alle persone.
e poi (p. 183) il breve intenso dialogo, sì dialogo, tra giovanni e la barboncina lele: "ciao lele", disse giovanni alla barbona. le prese la zampa destra e gliela strinse. lele era abituata a quel saluto, sapeva che era un segno di addio. cominciò ad agitarsi, fece capire con gli occhi che non voleva, che ne soffriva troppo. "sta' buona, qui seduta. non mi venire appresso", mormoro' giovanni carezzandola. "tanti auguri di buone ossa". all'ordine la cagna obbedì, lo vide uscire dalla stanza, e pur fremendo non si mosse di un millimetro.
a questo punto insisto nel proporvi un tema di riflessione più ampio. lo scerbanenco che ho conosciuto finora è una sorta di precursore dei diritti degli animali, come si direbbe oggi. non è certo un caso, né un lapsus, che egli parli di mutti, federico, lele e marc, esseri umani e animali, come di "persone" agli occhi di giovanni.
e qui, torno a ripetere, io ipotizzo un influsso di schopenhauer sul pensiero del nostro scrittore. il tema fu peraltro oggetto di polemica da parte del filosofo di danzica proprio nei confronti dell'amato kant di scerbanenco. schopenhauer rimproverava infatti a kant di aver costruito un sistema etico da cui gli animali erano esclusi ed estendeva agli animali i concetti di "dolore universale" e di "compassione". so bene che la questione è complessa e conosco anche le polemiche su schopenhauer inserito da alcuni (al pari di nietzsche) tra i precursori del nazismo. ma anche ammesso che queste tesi abbiano fondamento (ricordo che schopenhauer morì nel 1860, 73 anni prima dell'avvento di hitler al potere) non ci sarebbe niente di strano se l'antinazista scerbanenco, grande lettore di testi filosofici, avesse condiviso alcune idee di schopenhauer.

Edited by tommaso berra - 26/1/2010, 10:13
 
Top
32 replies since 8/1/2010, 11:46   976 views
  Share