Quando Scerbanenco non era ancora famosoDue quadernetti ripescati nella miniera d' oro degli scritti di Giorgio Scerbanenco ed ecco prender forma, grazie alla figlia Cecilia, Annalisa e il passaggio a livello. Siamo nell' epoca precedente la fama di Scerbanenco scrittore noir, anzi, «padre indiscusso del noir italiano». Siamo nel 1943, in Svizzera, dove lo scrittore si era rifugiato per la guerra. La curatrice ricorda come suo padre, anni dopo, arricchisse di fantasia il viaggio nella Confederazione: di certo, in quel soggiorno, Scerbanenco portò lo sguardo acuto e il cupo sentire che lo accompagneranno sempre. Sotto osservazione, nel breve romanzo scritto a matita, una donna tipicamente scerbanenchiana, vista e compresa anche nelle zone grigie. Annalisa è vedova, vive in una valle claustrofobica, si dà agli uomini senza piacere. Conosce il suono sordo della vita, la mancanza di calore. Nel volume un altro racconto: Tecla e Rosellina. Scerbanenco si applica alle sue tre donne con il bisturi che regalerà a Duca Lamberti, «investigatore atipico e malinconico». Il lettore di Scerbanenco impara presto: ciò che premia la sua sete non è l' intreccio, ma l' affresco umano. Scerbanenco sbroglia i nodi dell' anima femminile, tal quale uno psicanalista. Gli appassionati, che sognano altri inediti (romanzi rosa, lettere, diari), avranno la conferma di Scerbanenco scrittore autentico. Ancora da scoprire o riscoprire. La figlia Cecilia, per nostra fortuna, sta lavorando. G. SCERBANENCO Annalisa e il passaggio a livello SELLERIO PP. 169, 10
ANTONIO BOZZOCITAZIONE
Scerbanenco sbroglia i nodi dell' anima femminile, tal quale uno psicanalista.
Mi piace molto questa affermazione circa
Scerbanenco, circa il suo periodo svizzero e quello che ha rappresentato per lui e per la sua produzione di scrittore e narratore.
Edited by Grea[t]! - 18/1/2010, 20:05