Ecco una nuova poesia "inedita", questa volta composta utilizzando i titoli dei racconti presenti nelle varie raccolte del grande scrittore milanese.
Il risultato finale si caratterizza per quelli che potremmo definire degli accenti, diciamo così, omoerotici, e si tratta esattamente dell'effetto che volevo creare. La mia vuole infatti essere una piccola provocazione, per meditare su un eventuale aspetto dell'opera di Scerbanenco che è stato trascurato. Mi sbaglierò, ma quando leggo il nostro ho come la sensazione che ci sia qualcosa che non viene palesato esplicitamente ma che si può intuire implicitamente. Mi sto chiedendo se Scerbanenco, che in "Venere privata" dimostra di essere omofobico fino all'inverosimile, non fosse un omosessuale represso. Chi disprezza compra? Se mi mettessi a scrivere una poesia utilizzando come versi i titoli dei romanzi e dei racconti ad esempio di Stephen King, il primo nome che mi viene in mente, sarebbe pressoché impossibile ottenere lo stesso effetto. Con Scerbanenco sì. Coincidenza?
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POMERIGGIO CON UN GIOVANE FAUNO
Voltando le spalle al mare,
nella villa della disperazione, mi dico,
forse telefonerà.
No, forse un’altra volta.
No, è troppo tardi.
Dannazione, senza di lui non c’è estate!
Odiarlo o no?
Il passato non trasloca,
soprattutto il passato di Cyrano.
E facciamola, questa fuga da un vecchio fidanzato.
Com’è il mondo fuori?
Meglio biciclette e ragazzi
che uomini ubriachi al sabato sera.
In un giorno di sole nella valle del silenzio,
in un pomeriggio di ferragosto,
studiava i verbi forti,
sulla riva del fiume,
il più sconosciuto ragazzo del mondo,
il più bel ragazzo del mondo,
l’ottavo peccato capitale.
Un regalo per lui,
un sassolino rosso.
Che male c’è?
Il delitto perfetto
si compie con un coltello o con un bacio.
E così,
i due imbroglioni,
i due sconosciuti,
i due maschi,
creature della natura,
scrissero una breve poesia.
E la chitarra muta suonò fragorosa:
nient’altro che amore.
Edited by GrandeIncanto - 21/3/2013, 21:11