Scverbanenko |
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| A proposito del giudizio sull'opera di Giorgio Scerbanenco, rioporto quanto disse Indro Montanelli nei libro "I conti con me stesso. Diari 1957-1978": “Giorgio Scerbanenco è morto. Non lo vedevo da venticinque anni, da quando eravamo rifugiati in Svizzera. Ma se non proprio di dolore, provo una trafittura di rimorso. Forse sono il solo, o comunque uno dei pochi a essermi accorto che Scerbanenco valeva molto più della quotazione, cioè della non-quotazione che la critica gli assegnava nella borsa dei valori letterari. Come costruttore di racconti, non era da meno di Moravia, e in quelli polizieschi era sul livello di Simenon. Eppure, non l'ho mai detto, non ho mai mosso un dito né speso una parola per riscattarlo dall'avvilente condizione di romanziere da rotocalco. E lui non me lo ha mai chiesto. È uno dei pochi autori che non mi hanno mai mandato i suoi libri né sollecitato una recensione. Questo ucraino cresciuto in Italia, più lungo e più secco di me, con un viso di cavallo stralunato, era un uomo pieno di dignità».
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