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| anche a me qualche delusione l'ha data "appuntamento a trieste" ma ho una teoria a proposito, una retrolettura che Scerbanenco riservava ai suoi lettori più attenti, un' auerbacchiana interpretazione di quello che agli occhi di molti poteva sembrare semplicemente melenso. Elsa e l'ultimo uomo è un tour splendido attraverso la pochezza dell'uomo e la sua primigena bontà a fasi contrapposte e alterne fino a 20 pagine dalla fine dove agli occhi di tutti Giorgio appiccica un finale. Possibile, come dice giustamente irene, che scerbanenco capace di noir splendido possa fare questo? Parliamone ho l'impressione che il retropensiero del nostro autore che non è dietrologia spicciola non sia ancora indagato e semplice da dirimere.
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