Scerbanenco in rosa

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irene48
view post Posted on 15/4/2010, 23:42 by: irene48




Mi permetto di dissentire da Orrest: non mi pare si possa giudicare un testo letterario sulla base di quello che Orrest definisce il retropensiero dell'autore, ma solo sulla base di quello che quel testo dice e di come lo dice. C'è coerenza tra l'intento dell'autore e la sua realizzazione concreta? I mezzi utilizzati, la lingua, lo stile, il ritmo narrativo sono efficaci?...
Altra cosa è ragionare sul valore documentario di un testo letterario, che viene visto solo come pretesto per dire altro e che può essere interessante per capire, ad esempio, la cultura, la storia, le idee di un determinato momento storico. Oppure isolare alcuni passaggi e alcune idee che possono suscitare un certo interesse, per confrontarci con essi
La mia valutazione riguarda invece proprio la scrittura letteraria che, ripeto, mi è sembrata, per questi romanzi, alquanto sciatta, sia nella costruzione dell'intreccio, che nella plausibilità della storia e nello spessore dei personaggi, che nella scelta dei mezzi espressivi.
Altro argomento interessante da dibattere nel forum potrebbe riguardare, poi, il carattere datato di questi testi, che li rende davvero superati, cosa che non accade con i capolavori di S. Cosa fa la differenza?
In fondo è come chiedersi: "Cosa fa di un classico un classico?".
Rigiro la domanda agli amici del forum, sperando che colgano la provocazione.
 
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6 replies since 14/4/2010, 22:26   260 views
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